Suono o senso? Scelte e conflitti nella traduzione della poesia
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1974-4382/18097Parole chiave:
scelte, conflitti, forma, contenuto, poesia, traduzioneAbstract
Partendo dall’obiettivo della traduzione come restituzione dell’unicità della poesia, non in quanto somma di forma e contenuto ma dialettica relazione tra questi, l’articolo pone l’accento sul concetto di scelta alla base del tradurre. Una scelta da compiere ogni qualvolta, in un dato segmento testuale, ci si trovi in presenza di conflitti tra i vari livelli, che Efim Etkind enumera nel saggio Un art en crise. A titolo esemplificativo, vengono qui analizzate le traduzioni in italiano di due testi molto lontani tra loro: una poesia di Charles Baudelaire e un componimento tratto dagli Chants d’Utopie del poeta contemporaneo Brice Bonfanti che alla scelta del metro regolare (l’insolito héndecasyllabe) unisce un utilizzo libero e insistito della rima. Nelle traduzioni qui discusse, vengono messi in luce i conflitti e le strategie traduttive implicati dalla scelta di quella che James Holmes “forma mimetica” (mimetic form), che si propone, per quanto possibile, di preservare la forma del testo originale.
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